Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, oggi arriviamo in discussione generale sulla legge di bilancio con tre giorni di ritardo rispetto ai tempi previsti. Siamo tutti un po' stanchi per le notti passate in Commissione, nell'insonnia, dovute all'incapacità di una maggioranza, divisa, continuamente impegnata a rimescolare le carte in tavola durante la notte. Emendamenti arrivati negli orari più improbabili, su argomenti mai trattati prima, che, se vi fossero interessati, li avreste potuti mettere direttamente nella legge quando l'avete fatta. Spesso emendamenti privi di relazione tecnica, generando confusione nei commissari e nei colleghi presenti.
Una manovra che, come ci avete abituato, non vuole affrontare adeguatamente le problematiche del Paese. Una manovra inadeguata su tanti fronti, ma soprattutto nel sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione. Insostenibili sono, ad esempio, le risorse dedicate alla sanità, con la gente che ha ormai perso la speranza di curarsi in tempi ragionevoli, con liste di attesa che sono incompatibili con i tempi della salute, mettendo a rischio tanti, troppi italiani.
Assenti sono le politiche industriali, come lo sono da quando siete al Governo. Proprio per questo, abbiamo presentato una mozione sulle politiche industriali, per dare una direzione all'Italia e forse sarebbe stato utile leggerla per modificare questa legge di bilancio. Avete, nei fatti, cancellato il Fondo automotive e volevate istituire una web tax, che sarebbe andata a colpire le start-up e le piccole imprese innovative, modificata solo grazie al nostro lavoro.
Avremmo voluto affrontare le questioni del Paese in modo strategico, invece di trovarci davanti a tanti tagli lineari, in tutti i programmi e settori. Una legge di bilancio miope, caratterizzata solo dal segno “meno”.
Dopo giorni di discussione faticosa, le uniche notizie positive sono alla fine arrivate attraverso le rivendicazioni del Partito Democratico e delle opposizioni: lo psicologo nelle scuole, per affrontare la necessità di un disagio sempre più importante nei nostri giovani; la stabilizzazione dei precari del mondo della ricerca, in particolare del CNR, perché - e lo dico da ex ricercatore - un Paese che non investe in ricerca è un Paese che non ha futuro; e il raddoppio delle assunzioni per gli ispettori del lavoro, per combattere la piaga della sicurezza del lavoro e fatemi ricordare l'incidente gravissimo, a Calenzano, di pochi giorni fa.
Misure concrete e strategiche, per dare una direzione e un aiuto vero al nostro Paese, che abbiamo portato avanti noi. Su un punto ulteriore, poi, mi voglio soffermare, perché, tra le tante storture di questa legge, la situazione degli italiani all'estero presenta addirittura aspetti punitivi e sembra che vi sia la volontà chiara e generale di un disegno di penalizzazione verso le comunità all'estero. Una manovra punitiva nei confronti di oltre 6 milioni di italiani all'estero.
Per tutti questi aspetti, basti citare la questione del blocco delle rivalutazioni delle pensioni per gli italiani che vivono all'estero. Questo significa che chi vive all'estero non potrà beneficiare dell'adeguamento della pensione all'inflazione, una differenza di trattamento, rispetto ai pensionati residenti in Italia, che è inaccettabile. Un provvedimento di dubbia legittimità costituzionale, che potremmo definire un vero e proprio scippo per le nostre comunità all'estero, un'ingiustizia che rappresenta una rottura del patto con i cittadini italiani che hanno deciso di vivere all'estero, perché per voi sono solo dei traditori della Patria, che l'hanno abbandonata, ed è così che concepite le comunità all'estero.
Oltre a questa ingiustizia, i tagli lineari sull'internalizzazione, sul sistema produttivo, sui servizi consolari, sulla diffusione della lingua e della cultura italiana.
Per questo noi del Partito Democratico avevamo presentato circa 30 emendamenti per salvare le nostre comunità all'estero: efficientamento dei servizi consolari, rivalutazione delle pensioni, aiuto alla diffusione della lingua italiana e sostegno alle imprese e alle Camere di Commercio. E siamo stati l'unico partito - l'unico - che li ha segnalati per portarli in discussione. In sostanza, in questa legge di bilancio si è parlato di italiani all'estero solo grazie al Partito Democratico. Ma ci siamo trovati davanti a un muro e ad un disinteresse totale da parte della maggioranza, privati di ogni aiuto da parte di chi, quando stava all'opposizione, diceva di voler aiutare gli italiani all'estero. E poi nella notte, solo grazie all'azione di noi eletti all'estero - e voglio veramente ringraziare il gruppo del Partito Democratico - siamo riusciti a far passare 600.000 euro per far funzionare i Comites: i nostri organismi di rappresentanza, vittima di continui tagli lineari che hanno perso l'importanza e la forza di una vera rappresentanza che speriamo di recuperare grazie alla nostra azione. Un emendamento a mia prima firma, ottenuto grazie all'impegno del Partito Democratico, che ha messo a disposizione un fondo: questo lo voglio dire, perché va detto, perché sia chiara la paternità di questo sforzo. E purtroppo non si è riusciti ad attivare con la maggioranza un dialogo che sarebbe stato utile per far funzionare meglio il nostro Paese all'estero.
Un sistema che può essere un volano per rilanciare l'economia, grazie al contributo fondamentale della nostra rete di istituzioni, associazioni, cittadini e imprese presenti in tutto il mondo. Le uniche notizie positive che abbiamo ottenuto in questi due anni per gli italiani all'estero sono venute grazie all'azione del Partito Democratico: nel 2022, 4 milioni in tre anni per le Camere di Commercio; successivamente il riadeguamento del personale a contratto dei consolati e dell'ICE, l'Agenzia per la promozione e l'internazionalizzazione; quest'anno un fondo stabile per migliorare l'efficienza dei servizi consolari, grazie alla legge a prima firma Ricciardi, che stabilisce un fondo di ben 4 milioni con una legge ordinaria: la prima volta per gli italiani all'estero. Per anni, dall'opposizione, avete parlato degli italiani nel mondo e di un fantomatico “ministero degli italiani nel mondo”, ma al Governo avete scoperto la vostra vera faccia e vi siete rivelati come coloro che puniscono chi vive all'estero che, nella vostra logica, diventa un traditore della patria. Noi, invece, un piano vero per valorizzare il ruolo delle nostre comunità all'estero lo abbiamo e, nonostante le vostre difficoltà, passo dopo passo, lo stiamo costruendo anche dall'opposizione. E su questo state tranquilli che non ci fermeremo e il nostro impegno per le comunità all'estero non mancherà mai.